Consulcesi, con nuova stretta Ue su limiti smog, +10% Comuni ‘fuori legge’

Con la riduzione dei valori limite degli inquinanti atmosferici approvata dal Parlamento europeo, inserita nel nuovo regolamento comunitario sulla qualità dell’aria, aumenteranno i comuni italiani ‘fuori legge’. E’ quanto segnala il network legale di Consulcesi stimando che i nuovi parametri porteranno a un’estensione dei territori italiani considerati inquinati e quindi, anche a un aumento dei cittadini che potranno aderire all’azione collettiva “Aria Pulita”, finora riservata ai residenti di oltre 3.300 comuni. I nuovi valori soglia europei, secondo gli esperti Consulcesi, andranno dunque ad allargare di circa il 10% la platea dei possibili nuovi partecipanti all’azione collettiva “Aria Pulita”.

“Sono già diverse migliaia le adesioni finora ricevute, che continuano a crescere di giorno in giorno – riferisce Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi -Così come è avvenuto recentemente in Francia, aver risvegliato la coscienza degli italiani sul diritto a respirare aria pulita sta facendo moltiplicare le richieste di partecipazione alla nostra iniziativa legale che punta a ‘costringere’ le istituzioni a risarcire i cittadini italiani a cui non è stato garantito il diritto a vivere in un ambiente salubre”.

“L’azione collettiva ‘Aria Pulita’, che già possiede la forza dei numeri, vista l’ampia platea a cui si rivolge, è ad oggi la migliore ‘arma’ che abbiamo per influire concretamente sulle decisioni politiche – sottolinea Tortorella – Il nostro obiettivo, infatti, non è solo quello di consentire agli italiani di essere risarciti, ma è anche quello di spingere le istituzioni a mettere in atto tutta una serie di azioni in grado di migliorare la qualità dell’aria e, di conseguenza, la salute del Pianeta e di chi lo abita”.

“Non possiamo che ritenerci soddisfatti della decisione del Parlamento europeo di puntare a obiettivi più severi per il 2030 e, in particolare, di abbassare i valori limite di diversi inquinanti, tra cui il particolato (Pm2.5, Pm10), l’NO2 (biossido di azoto), l’SO2 (anidride solforosa) e l’O3 (ozono) – spiega Tortorella – Condividiamo appieno infatti l’intento di assicurare che la qualità dell’aria delle città (e non solo) europee, e quindi anche italiane, non sia dannosa per la salute umana, come invece accertato da numerosi studi scientifici. Gli europarlamentari – continua – hanno sottolineato inoltre la necessità di aumentare il numero di punti di campionamento della qualità dell’aria, soprattutto nei centri urbani, e di utilizzare indicatori chiari e comuni nei diversi Stati. Un chiaro segno della volontà di prendersi finalmente cura del nostro Pianeta”.

Mancati pagamenti ai libero professionisti, medico recupera 150mila euro

L’avvocato Francesco Del Rio, partner di Consulcesi & Partners: «Il professionista si è rivolto a Consulcesi per recuperare la somma. Transazione avvenuta dopo lettera di diffida (gratuita) e decreto ingiuntivo». Recuperati complessivamente 307mila euro

Il problema dei mancati pagamenti per prestazioni lavorative effettivamente eseguite è comune a tutti i liberi professionisti. Gli operatori sanitari, ovviamente, non fanno eccezione. A volte si tratta di poche migliaia di euro e può capitare che il professionista preferisca considerare la somma come persa piuttosto che impelagarsi in un iter stragiudiziale e, magari, in un contenzioso giudiziario che hanno comunque un costo. In altri casi, invece, parliamo di somme decisamente più elevate. È il caso di un medico che di recente è riuscito a ottenere circa 150mila euro dalla clinica, presso la quale svolgeva la sua prestazione in regime libero professionale, per operazioni effettuate e non retribuite.

«È comune che, nonostante il lavoro svolto da un professionista, rimangano crediti in sospeso – spiega l’avvocato Francesco Del Rio, partner di Consulcesi & Partners, la rete di legali che ha preso in carico il professionista risarcito –. In particolare, per un libero professionista è molto difficile tenere conto di tutti i pagamenti ricevuti in modo efficiente».

Nel caso di specie, il medico si è rivolto al Gruppo Consulcesi per usufruire del servizio relativo alle lettere di diffida previsto nella membership Club. «Tra queste – spiega l’avvocato Del Rio –, ne esiste una specifica per il recupero dei crediti professionali. Il cliente di Consulcesi Club ha la possibilità di attivare il servizio di diffida, ottenendo l’assistenza legale per la verifica della documentazione relativa a fatture non pagate dai clienti. In caso di necessità, viene redatta una lettera di diffida al debitore, in questo caso la clinica a cui forniva la sua prestazione, per richiedere il pagamento del dovuto. Il tutto a titolo completamente gratuito».

Nello specifico, il medico ha ottenuto oltre 150mila euro dopo la diffida preparata dai legali di Consulcesi & Partners e il successivo accordo a seguito di notifica del decreto ingiuntivo. Ma un altro professionista ha ottenuto oltre 90mila euro successivamente alla sola lettera di diffida. Altre somme ottenute di recente sono 25mila euro dopo diffida e decreto ingiuntivo e 2.250 euro dopo solo diffida. Le somme sono, peraltro, comprensive degli interessi accumulati nel periodo in cui erano in sospeso.

«Attraverso il servizio di diffida per la richiesta di pagamento di crediti inevasi – spiega ancora l’avvocato Del Rio –, sono stati recuperati complessivamente 307mila euro senza che i clienti abbiano dovuto sostenere spese ulteriori, eccezion fatta per quelle di assistenza giudiziale nei soli casi di presentazione dei decreti ingiuntivi. Il servizio di diffida include anche la gestione delle trattative: se il debitore risponde o propone un accordo (come dilazioni o sconti), l’assistenza legale continua senza costi aggiuntivi, inclusa la stesura di una scrittura privata per definire i termini dell’accordo, se necessaria», conclude.

Massimo Tortorella

Storia dell’arte e disabilità: il progetto di inclusione a due vie di Divertitempo e Fondazione Consulcesi

“Insieme nella storia” è il progetto di Divertitempo sostenuto dalla Fondazione Consulcesi che unisce bimbi con disabilità cognitive e no, portandoli a visitare luoghi dell’arte e favorendo integrazione nel gioco. Ne abbiamo parlato con la psicologa e coordinatrice Giulia Demofonti Camminare insieme alla scoperta della storia mentre si coltiva il seme di una società adatta a tutti, in cui nessuno viene lasciato indietro. Potremmo riassumerlo così il progetto d’integrazione realizzato dalla onlus Divertitempo e sostenuto da Fondazione Consulcesi, “Insieme nella storia”, che vede come protagonisti bambini e ragazzi con disabilità cognitive e i loro amici normodotati. Da Palazzo Venezia a Castel Sant’Angelo, passando per i percorsi della Street Art capitolina e il battello sul
fiume Tevere, i ragazzi vengono accompagnati da un team di professionisti in un percorso di otto appuntamenti dedicati alla scoperta delle bellezze del territorio di Roma e provincia.
“Un’occasione non solo per regalare ai giovani un momento di arricchimento culturale fuori dalle mura scolastiche ma soprattutto personale. Attraverso momenti di svago come quelli ideati con questa iniziativa sono tanti i valori che possono essere trasmessi, non solo da adulto a bambino, ma anche tra coetanei”, racconta Giulia Demofonti, psicologa della onlus Divertitempo e coordinatrice del progetto Insieme nella Storia. Abbiamo chiesto a Giulia Demofonti di raccontarci di più del progetto di Divertitempo.

Qual è il suo impegno per i ragazzi?
«La mia idea di disabilità è che sia una caratteristica dell’individuo e non una mancanza da riempire. L’approccio riabilitativo che si effettua su molti ragazzi con difficoltà cognitive è utile e fa raggiungere obiettivi minimi, ma non si può partire solamente dal presupposto che ci si trovi di fronte ad uno stato deficitario».
Qual è il plus del progetto ‘Insieme nella storia’?
«Il valore aggiunto del progetto è far avvicinare i ragazzi e i compagni alle ricchezze del territorio con un approccio a km 0, come da manifesto della Onlus Divertitempo. Si esce dalle mura scolastiche nelle quale i ragazzi con disabilità vengo messi su un piano giudicante, performativo, uscendo dal contesto che limita le interazioni ludiche».
Perché ‘inclusione a due vie’?
«Numerosi studi dimostrano che con il passaggio dal cognitivo al pratico, come un’attività all’aperto, l’arricchimento è immediato per tutti. I ragazzi con disabilità si sentono accettati e migliorano le proprie abilità. Anche per i compagni di classe è un’esperienza formativa perché li responsabilizza a prendersi cura dei propri amici e perché gli si fa conoscere un aspetto sconosciuto della disabilità: saper ammirare un’opera d’arte, riuscire ad attraversare la strada, ridere insieme fuori dalla scuola».

Consulcesi – Massimo Tortorella

Violenze a operatori, dal 2021 boom richieste di aiuto a Consulcesi

“Il periodo 2021-2022 per gli operatori sanitari” vittime di aggressioni “è stato un biennio nero e i primi mesi di quest’anno non sembrano aver segnato un cambio di tendenza. Sono aumentate dal 40% al 50% le segnalazioni e le richieste di aiuto che arrivano ai legali di Consulcesi”. Così Massimo Tortorella, presidente Consulcesi, in occasione della Giornata nazionale contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari (12 marzo), fenomeno sempre più preoccupante. “Per celebrarli, dobbiamo proteggerli”, è il  messaggio lanciato da Tortorella che ricorda quanto lavoro ci sia dietro il telefono rosso 800.620.525, attivato dal 2020 quale supporto specializzato per tutti i lavoratori della sanità che hanno subito delle aggressioni e non sanno come tutelarsi.
“Ci chiedono suggerimenti e consigli per tutelarsi dinanzi a situazioni che possiamo definire ‘borderline’ – segnala Tortorella – Molti lavorano nonostante la paura e vogliono capire quali strumenti hanno a disposizione per difendersi da eventuali attacchi verbali o addirittura fisici”.
Consulcesi – riporta una nota – mira a sostenere e supportare gli operatori sanitari ai primi segnali di rischio, prima cioè che diventino protagonisti dei tristi eventi di cronaca che si leggono ormai quasi ogni giorno sui
giornali. “In quest’ottica stiamo continuando a investire per ampliare il catalogo di formazione Ecm dedicato al counselling – sottolinea il presidente – e al rapporto medico-paziente, convinti dell’importanza di imparare a gestire e disinnescare situazioni complesse e complicate prima che degenerino”. Nel frattempo Consulcesi, che ha accolto positivamente l’annuncio dell’apertura di presidi di polizia negli ospedali, nonché l’ipotesi di rivedere i calcoli per il fabbisogno di medici, si impegna ancora una volta a seguire e a monitorare affinché vengano rispettati gli impegni presi: “Il nostro impegno, che è poi da sempre la nostra vocazione – conclude Tortorella – è quello di aiutare e sostenere chi ogni giorno si prende cura di noi e dei nostri cari”.

Giornata Mondiale della Disabilità 2022

OMS: Entro il 2050 1 persona su 4 affetta da perdite uditive

Consulcesi e gli esperti dell’associazione Emergenza Sordi: “necessaria formazione del personale sanitario per una migliore assistenza delle persone affette”

Roma, 2 dic. 2022“Se c’è un luogo dove più di altri nessuno dovrebbe essere lasciato indietro è l’ospedale e tutti gli altri luoghi dedicati alla cura e all’assistenza”, riflette Luca Rotondi, presidente dell’associazione Emergenza Sordi APS, che in occasione della Giornata Mondiale della Disabilità, celebrata ogni anno il 3 dicembre, torna a ribadire con Consulcesi l’importanza di formare il personale sanitario per individuare e comunicare con le persone sorde o con problemi d’udito.

È proprio l’impegno a ‘non lasciare nessuno indietro’ il focus dell’Agenda 2030 dell’ONU che dedica la Giornata di quest’anno alla “trasformazione verso una società sostenibile e coinvolgente per tutti”.

“Una società più equa, inclusiva e sostenibile, e che quindi garantisca dignità, diritti e benessere per tutti si fonda in primis sullequo accesso alle cure. E purtroppo questo non è, ancora, sempre il caso quando la persona in cerca d’assistenza è sorda”, continua Rotondi, esperto in comunicazione che con Consulcesi, azienda italiana leader nella formazione ECM, propone un corso per fornire ai professionisti della salute le conoscenze necessarie per poter interagire con il paziente sordo in situazione emergenziale e non. 

Con circa 7 milioni di persone in Italia con problemi di udito più o meno gravi, di cui ben 45mila sorde (pari all’11% della popolazione complessiva), e di fronte alle stime dell’OMS che parlano di 1 persona su 4 affetta da perdite uditive entro il 2050, preparare il SSN alla comunicazione e alla gestione con le persone affette da sordità appare ormai una necessità impellente/improrogabile.

Nasce così, dal desiderio di infrangere il soffitto di cristallo che ancora oggi si frappone tra le persone sorde e delle cure adeguate e tempestive il corso multimediale “In reciproco ascolto. Interagire con il paziente sordo in situazione normale e di emergenza”, realizzato grazie alla collaborazione con gli esperti dell’Associazione Emergenza Sordi APS e disponibile fino al 31 dicembre, termine ultimo per l’acquisizione dei crediti formativi obbligatori previsti per il triennio 2020-2022 per tutti gli operatori sanitari. 

“Soprattutto in contesti emergenziali, dove la comunicazione deve essere quanto più efficace, con la persona sorda può risultare complessa a causa di una serie di pregiudizi e concetti sbagliati e più generale di una mancanza di formazione in materia”, spiega ancora Rotondi che nel corso insegna a riconoscere le caratteristiche della persona sorda in base ai comportamenti fisici e psicologici, a distinguere i diversi tipi di sordità, a interagire con semplici regole e attraverso l’uso delle molteplici App ora disponibili: da “Spread the sign”, il più grande dizionario di lingue dei segni al mondo, a “Where are U” collegata alla Centrale unica di risposta Nue 112 e “Municipium” collegata alle Sale Operative della Polizia Locale dei Comuni aderenti per risparmiare tempo prezioso in situazioni di emergenza, fino a “Comunica con tutti” la WebApp che utilizza simboli semplificati di immediata comprensione, la tecnologia può contribuire notevolmente a migliorare le cure “ma al centro sia messa sempre la persona e l’interazione con questa”, conclude Rotondi.

Consulcesi – Massimo Tortorella

Università: Consulcesi, Numero Chiuso minaccia diritto allo studio

“Non può esserci alcuna garanzia al diritto allo studio se l’ingresso alla Facoltà di Medicina, e non solo, nelle università italiane continua a essere legato a un sistema di selezione che non premia il merito e che, di fatto, impedisce a migliaia di studenti di intraprendere il percorso formativo desiderato”. È il messaggio lanciato da Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi in occasione della Giornata Internazionale degli studenti, che si celebra ogni anno il 17 novembre.

Da un numero di posti disponibili inferiori al fabbisogno nazionale e che ogni anno lascia fuori dalle aule universitarie oltre 50mila giovani desiderosi di diventare medici, a irregolarità, errori e criticità nelle procedure che puntualmente si verificano durante i Test di ammissione, “l’accesso a Medicina e Professioni Sanitarie così com’è stato regolamentato e gestito finora per migliaia di studenti non è meritocratico, non è giusto e non è appropriato”, aggiunge Tortorella.

Per questo, ogni anno, Consulcesi mette a disposizione dei giovani aspiranti il proprio team di legali: l’obiettivo è quello di difendere il loro diritto ad accedere al percorso di studi scelto. 

“Grazie al ricorso alla giustizia amministrativa – riferisce Tortorella – siamo riusciti nel corso degli anni a fare iscrivere a Medicina tantissimi studenti ingiustamente esclusi dai test d’ingresso alla facoltà. Le iscrizioni ‘con riserva’, che consentono agli studenti di seguire i corsi e sostenere gli esami, sono quasi sempre diventate iscrizioni effettive: abbiamo trovato una nuova via per dimostrare che alcuni studenti inizialmente esclusi meritano invece di intraprendere il percorso formativo in Medicina”.

Le ordinanze che si sono susseguite negli anni, come anche la recente sentenza del Consiglio di Stato 8213/22 che ha visto accolto il ricorso di un gruppo di giovani studenti permettendo a questi di essere ammessi a tutti gli effetti alla facoltà di Medicina, hanno fatto sì che migliaia di studenti esclusi ai test di selezione fossero ammessi. “Vittorie importanti – commenta Tortorella – che confermano l’inadeguatezza del sistema come anche l’importanza di non arrendersi per far valere i propri diritti”.

La recente riforma, secondo i legali di Consulcesi, non cambierà molto le cose dal punto di vista di tutela e garanzia al diritto allo studio. “La nuova riforma non modifica il sistema del Numero Chiuso e né le modalità di selezione, visto che rimarranno ancora validi i soliti test a risposta multipla”, commenta Tortorella. “Si continuerà quindi a non offrire agli studenti garanzie per l’accesso alla Facoltà di Medicina dei più meritevoli. Il diritto allo studio – conclude – continuerà ancora una volta a essere ostacolato da un sistema rigido e difettoso”.

“Chi non ha superato il test di Medicina deve affrettarsi per vedere riconosciuto il proprio diritto” avverte infine Tortorella. Consulcesi ormai da anni ha attivo il numero verde 800189091 e il sito numerochiuso.info attraverso cui chiedere informazioni, segnalare irregolarità o avere una consulenza legale specializzata. “Ma attenzione, il ricorso va presentato entro 60 giorni dalla pubblicazione della graduatoria o da eventuali scorrimenti, questa è l’ultima chance”.

Miopia: ne soffrono 15 mln di italiani, se trascurata aumenta rischio glaucoma

Mazzacane (esperto Consulcesi): “Necessario rafforzare prevenzione con formazione medico-sanitaria”

In occasione della Giornata mondiale della vista il nuovo corso Consulcesi su patologie e terapie innovative in età pediatrica

Roma, 10 ott. – “Proteggere l’apparato visivo è fondamentale, ma in Italia manca la cultura della prevenzione e ancora troppi sottovalutano i rischi correlati alla progressione delle miopie”. A dirlo è Danilo Mazzacane, medico specializzato in Oftalmologia, vicepresidente della Commissione Difesa Vista Onlus, che in occasione della Giornata mondiale della vista del 13 ottobre con Consulcesi lancia il nuovo corso di formazione ECMIncremento della miopia in età pediatrica: eziopatogenesi e terapie innovative”.

A preoccupare gli esperti non solo la diffusione “epidemica” della miopia – che solo in Italia interessa 15 milioni di persone e che secondo l’OMS interesserà il 50% della popolazione mondiale entro il 2050 -, ma le molteplici complicanze che possono innescarsi a seguito di un peggioramento della patologia.

“Non diagnosticare e trattare tempestivamente le miopie può portare ad un aumento del rischio di patologie oculari come la cataratta, il glaucoma, e le affezioni retiniche”, spiega ancora Mazzacane che nel corso multimediale aperto a tutti i professionisti della salute ribadisce l’importanza di “puntare sulla prevenzione”.

“Dobbiamo rafforzare i servizi territoriali a difesa della vista con più screening e un’azione di educazione sanitaria che parta in primis dalle scuole e dai più giovani”, aggiunge Mazzacane che invita i camici bianchi ad aggiornarsi sulle ultime novità in termini di strategie terapeutiche ma anche in relazione alle nuove cause dietro il preoccupante aumento di casi di miopia e delle altre patologie che colpiscono l’occhio.

Ribadire l’importanza di spendere più tempo all’aria aperta, ma anche una corretta alimentazione e regolamentare l’utilizzo di dispositivi elettronici e schermi, queste le principali raccomandazioni di Mazzacane che però ricorda “vederci 10 decimi non significa necessariamente avere l’apparato visivo integro perché possono esserci altre patologie, come la retinopatia diabetica, non ancora manifeste”, quindi “fondamentale sottoporsi a screening visivi e se necessario a successivi esami oculari”, conclude l’oculista che nel corso ribadisce l’importanza della collaborazione interprofessionale e multiprofessionale e in particolare il ruolo di pediatri e medici di famiglia nella prevenzione delle patologie dell’occhio. 

L’innovazione tecnologica in ambito farmacologico e ottico-biomedico, ma anche la telemedicina, possono fornire nuove strategie per contrastare l’insorgenza della miopia e delle altre patologie dell’apparato visivo, è quindi necessario partire da un’adeguata preparazione degli utilizzatori di queste innovazioni”, conclude Mazzacane.

Massimo Tortorella

Test Medicina: 3 studenti su 4 “bocciati”, ma con il ricorso è possibile rientrare

Una recente sentenza del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di un gruppo di   aspiranti medici, esclusi alla selezione iniziale, ammessi alla facoltà di Medicina con riserva. Grazie al sostegno degli avvocati di Consulcesi, ora sono a tutti gli effetti studenti di Medicina e potranno realizzare il sogno di indossare il camice bianco.

Roma, 3 ottobre 2022 – Qualche giorno fa sono state pubblicate le graduatorie per l’accesso alla Facoltà di medicina. Come atteso, 3 aspiranti medici su 4 sono stati “bocciati”. Sugli oltre 65mila partecipanti sono solo circa 14mila ad aver raggiunto l’obiettivo. Ora più di 50mila studenti sono costretti a passare al “piano B”: oltre a cambiare facoltà o riprovare di nuovo i test, c’è una terza via. Si tratta del ricorso, un’opzione che grazie al sostegno legale di Consulcesi ha già permesso ad alcuni studenti di entrare nella Facoltà di Medicina nonostante non avessero superato la prova d’ingresso. 

Infatti, proprio di recente il Consiglio di Stato accogliendo il ricorso presentato da alcuni studenti ha permesso loro di scriversi definitivamente alla facoltà di Medicina e realizzare finalmente il sogno di diventare medici. “E’ una vittoria importante contro un sistema ‘malato’, come quello del numero chiuso, che ogni anno esclude decine di migliaia di studenti che sognano di indossare il camice bianco”, sottolinea Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi. “Gli studenti che hanno deciso coraggiosamente di non rassegnarsi agli esiti negativi di un sistema di selezione sbagliato, che non premia il merito, ora possono raccoglierne i frutti e continuare serenamente il percorso accademico scelto”, aggiunge.

Prima della sentenza gli studenti ricorrenti erano iscritti a Medicina con riserva. Questo ha permesso loro di seguire a tutti gli effetti il programma formativo previsto dalla facoltà scelta in attesa dell’ufficializzazione della loro iscrizione. Ora, nell’ammettere il ricorso, il Consiglio di Stato ha valutato in maniera positiva il brillante percorso accademico intrapreso dai ragazzi. Grazie al sostegno degli avvocati di Consulcesi, hanno dimostrato con i fatti che la loro esclusione dalla facoltà era stata un errore. “Per questo Consulcesi non smetterà di offrire il proprio appoggio a tutti gli aspiranti medici esclusi al test d’ingresso” evidenzia Tortorella. Gli studenti che ritengono di essere vittima di una grave ingiustizia possono infatti contattare dal sito i legali di Consulcesi che offriranno loro una consulenza sull’opportunità di avviare o meno l’azione di ricorso.

Nel frattempo, è stato pubblicato il decreto ministeriale 1107/22 che ha l’obiettivo di riformare, per il prossimo anno accademico, le prove per l’ammissione alla Facoltà di Medicina. Il decreto contiene le nuove modalità della prova di selezione che prevedranno un primo test già a partire dal mese di aprile 2023 in modalità cosiddetta TOLC (Test OnLine CISIA). Tuttavia, le procedure connesse alla graduatoria unica nazionale, e le modalità operative con le quali verrà formata sulla base dei punteggi dei TOLC, saranno disciplinate con un successivo provvedimento di competenza della Direzione Generale del Ministero dell’Università. Quello che sappiamo ora è che per partecipare ai test TOLC sarà necessario effettuare l’iscrizione sul portale cisiaonline.it. Il CISIA è il Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l’Accesso senza fini di lucro, formato esclusivamente da atenei statali e supporta le università nella realizzazione e nell’erogazione dei test per la verifica delle conoscenze funzionali all’accesso ai corsi di studio universitari. Per l’anno 2023 saranno fissate le date per le prove rispettivamente nei mesi di aprile e luglio, il calendario sarà definito entro novembre 2022 con un provvedimento del Direzione generale del ministero. I test saranno somministrati in presenza, presso la sede scelta dal candidato al momento dell’iscrizione, attraverso la piattaforma informatica CISIA, in postazioni ad hoc predisposte dagli atenei. Le credenziali di registrazione del portale daranno peraltro la possibilità ai candidati di accedere ad esercitazioni, corsi di formazione a materiale di orientamento, nonché, all’esito dei test svolti anche a confronto con i risultati in forma aggregata ottenuti dagli altri partecipanti.

Potranno accedere ai TOLC tutti gli iscritti al quarto o quinto anno di una scuola secondaria, nonché tutti coloro che sono in possesso di un diploma di scuola secondaria. La speranza è che in questo modo almeno per i più giovani si riducano le criticità e le perdite di tempo dovute alla ripetizione dei vecchi test annuali e aumentino le possibilità di entrare a medicina. “Aspettavamo da molto tempo una riforma del vecchio sistema”, evidenzia Tortorella. “Ancora non sono chiare le modalità operative e i criteri in base ai quali sarà stilata la graduatoria. Consulcesi continuerà a seguire con attenzione – continua – ogni nuovo aggiornamento sull’argomento sempre nell’interesse dei ragazzi aspiranti medici”. 

Con il servizio Numero Chiuso, Consulcesi ha messo a disposizione un canale dedicato gratuito attraverso cui i ragazzi possono segnalare irregolarità, riportare dubbi e perplessità e contattare tempestivamente i legali Consulcesi per una consulenza gratuita.

Guerra in Ucraina: Consulcesi mette in salvo 12 donne e bambini, per loro rifugio e assistenza

Allestiti tre appartamenti con giardino a Valmontone, a Roma.  1.829 i chilometri percorsi in tre giorni dai van Consulcesi per consegnare beni  e portare in Italia le vittime del conflitto

Sono manager, consulenti legali, studentesse, ma da quando è scoppiato il conflitto sono mamme terrorizzate per il destino dei propri figli. Grazie al progetto Consulcesi4Ucraine, sei donne e sei bambini ucraini sono riusciti a scappare dagli orrori della guerra e a trovare rifugio in Italia. Dai primi di marzo, alloggiano in una villa con tre appartamenti a Valmontone, in provincia di Roma e usufruiscono di assistenza alimentare, sanitaria e ricreativa. L’attivazione del servizio wi-fi, grazie all’intervento del Sindaco di Valmontone, sta consentendo ai bambini di seguire la didattica a distanza. Il supermercato Conad di Valmontone sta offrendo generi alimentari per il sostentamento quotidiano. Durante le festività di Pasqua, sebbene il cuore di tutti resti rivolto al loro Paese martoriato e in attesa che questo dramma giunga presto al termine, le famiglie accolte hanno potuto godere di un momento di serenità con una visita organizzata a San Pietro e una scampagnata romana. 

“Gli stiamo offrendo il maggior aiuto possibile, cerchiamo di farli sentire a casa e di alleviare il dolore provocato dalla guerra” – ha commentato Simone Colombati, Public Affairs Director di Consulcesi Group – “Potranno stare da noi finché vorranno e stiamo lavorando per un’accoglienza di lungo periodo, anche se ci auguriamo che possano tornare alle loro abitazioni, perché ciò significherebbe che questo scempio sarà finito” conclude Colombati.

Guarda video:  UCRAINA Valmontone new – YouTube  

A fare da ponte per attivare la rete di solidarietà è stata l’Associazione cristiana degli ucraini in Italia che ha messo in contatto Consulcesi con le famiglie di rifugiati e ha assistito l’azienda leader nella formazione dei medici e operatori sanitari nella consegna di un carico di beni di prima necessità al confine con la Polonia. In soli tre giorni, sono stati ben 1.829 i chilometri percorsi dai van messi a disposizione da Consulcesi per consegnare 60 scatoloni contenenti gli aiuti umanitari della popolazione italiana in Ucraina da Roma alla città di Medyka, Polonia al confine con Ucraina e per caricare i rifugiati.

Consulcesi è da sempre al fianco degli ultimi con diversi progetti in vari ambiti d’intervento, dagli ospedali nei Paesi in via di sviluppo al sostegno ai bambini oncologici. “E’ proprio per dare completezza alla nostra volontà di aiutare che presto nascerà la Fondazione del gruppo Consulcesi. Tra i suoi numerosi obiettivi, saremo impegnati nell’implementazione di progetti che abbiano la formazione, l’educazione sanitaria e la salute delle persone al centro”, ha commentato Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi. 

Covid, Rasi (Consulcesi): “Per medici di famiglia meno burocrazia e più formazione”

“É tempo di sviluppare e applicare un sistema formativo moderno ed efficace, che sfrutti le possibilità offerte dalla tecnologia”

Roma, 29 apr. – “È una terapia delicata che comprensibilmente desta timori tra i medici di base, ma la decisione dell’Aifa è necessaria e certamente appropriata”. Queste le parole di Guido Rasi, Responsabile Scientifico Consulcesi di fronte all’autorizzazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco alla prescrizione degli antivirali per Covid-19 da parte dei medici di medicina generale, raccolte dal quotidiano Sanità Informazione.

La recente decisione dell’Agenzia Italiana del Farmaco ha messo in allarme molti professionisti della salute che temono un ulteriore carico di incombenze burocratiche e una nuova, grande responsabilità legata alla gestione di una terapia tanto cruciale. Per Rasi però, la delibera potrebbe essere un’occasione per riportare i medici di base al centro del processo d’innovazione della sanità nazionale ma, avverte, “solo se a questi viene garantita una formazione continua e innovativa”. 

“Se in parte condivido le preoccupazioni di molti colleghi nella somministrazione delle nuove cure, in quanto delicate, d’altra parte ritengo che i medici di medicina generale sono laureati in medicina e previo specifico aggiornamento professionale possono e devono avere la possibilità di prescrivere qual-siasi farmaco”, dichiara Rasi.

“Anzi – aggiunge – l’inclusione di questi nella gestione degli antivirali può essere il primo passo verso la correzione di un errore di sistema che ha portato alla progressiva esclusione dei medici di famiglia dall’innovazione”, aggiunge l’esperto.

Secondo l’ex numero uno dell’EMA, per decenni in Italia, è prevalsa un tipo di politica più farmacoeconomica che famacoclinica che tendeva a limitare la prescrizione dei farmaci all’ambito specialistico.

“Ritengo che la gestione di un nuovo farmaco debba evolvere, passando dall’iniziale prescrizione a carico degli specialisti al progressivo ampliamento tra i medici di medicina generale, andando così a potenziare l’efficacia dell’assistenza territoriale, asse portante del sistema sanitario nazionale”, continua Rasi.

Ma l’innovazione delle cure deve necessariamente andare di pari passo l’innovazione della formazio-ne, elemento che permette di governare e mantenere il pieno controllo su queste.

“Quando parliamo di formazione si pensa subito a pesanti tomi da studiare e valutare. Ma con la rapidità con cui oggi possono correre le informazioni, è necessario puntare su un aggiornamento professionale continuo, specifico, veloce e di semplice accesso.

É tempo di sviluppare e applicare un sistema formativo moderno ed efficace, che sfrutti le possibilità offerte dalla tecnologia integrando a studi e ricerche, video e materiali interattivi, favorendo la creazione di verifiche accurate ma anche più rapide e mirate”, aggiunge l’esperto.

La pandemia da Covid-19 ha dimostrato quanto sia vitale la tempestiva condivisione del sapere che progressivamente andava accumulandosi, permettendo un’altrettanta tempestività e uniformità nella gestione del contagio. 

“Se tutto questo fosse stato messo a sistema già dall’inizio della pandemia, sono convinto che avremmo potuto contare sull’aiuto di un più numeroso esercito di professionisti ben radicati nel loro territo-rio”, commenta Rasi. 

“Ma con i se e con i ma non possiamo cambiare il passato. Tuttavia, possiamo fare meglio per il futuro. I medici di medicina generale – o almeno così mi auguro – possono iniziare ad uscire da quell’isolamento burocratico in cui sono stati relegati ormai da molto tempo.”

L’autorizzazione ai medici di medicina generale di prescrivere gli antivirali può essere quindi un’opportunità per tutti, a partire dai pazienti che potranno così accedere più facilmente e velocemente ai trattamenti contro il Covid-19, prevenendo l’ospedalizzazione e contribuendo a ridurre la mortalità.

“Stiamo parlando di un cambiamento importante che potrebbe andare ben oltre questa emergenza sanitaria. Ma è un cambiamento che va gestito e governato con coscienza, conoscenza e formazione e continua, riducendo le incombenze burocratiche che troppo spesso rallentano e complicano il lavoro dei professionisti”, conclude Rasi.

Consulcesi – Massimo Tortorella